Monitoraggio ambientale

La ricerca scientifica costituisce una delle finalità istituzionali dei Parchi. Nel territorio del Parco si trovano le migliori condizioni per effettuare studi scientifici e monitoraggi sulla conservazione della natura. Le numerose esperienze, condotte in questi anni, fanno di questo Parco un modello di laboratorio all’aperto, nel quale il tema della ricerca viene declinato soprattutto in relazione alle possibili ricadute gestionali. Proporre un modello di laboratorio all’aperto significa attuare forme di gestione particolari e innovative, imperniate sull’effettiva sostenibilità ambientale, da poter esportare anche in un secondo tempo anche all’esterno come esempi di buone pratiche. L’obiettivo primario è quello di approfondire le conoscenza sulla biodiversità presente, base fondamentale per adottare strategie di conservazione mirate. È questo l’elemento che caratterizza maggiormente le azioni di monitoraggio e la ricerca per il Parco, che si concretizzato nella realizzazione del Piano di Parco, strumento fondamentale per la pianificazione del territorio. Mettere in relazione studi e gestione quotidiana è la mission della ricerca. I costanti monitoraggi sono attività indispensabili per affrontare in termini approfonditi e dinamici i grandi temi della conservazione, della valorizzazione e della gestione dell’area protetta, così da definire la compatibilità dei vari tipi di uso del territorio. Sono inoltre azioni demandate dall’Unione europea ai fini della Direttiva 92/43/CEE, chiamata Direttiva habitat. In questo contesto i monitoraggi divengono fondamentali per valutare lo stato di conservazione degli Habitat Natura 2000.

Elenco dei Monitoraggi attivi:

Habitat Natura 2000

Vegetazione e cambiamenti climatici

Pollini e cambiamenti climatici

I dati pollinici sono attendibili indicatori degli effetti dei cambiamenti climatici sulla vegetazione.
Il risultato principale dello studio, relativo a San Michele a/A e alla Val Canali, è la tendenza ad un anticipo della data di arrivo del polline in aria, rilevata per sette specie di polline su nove, in entrambe i centri di monitoraggio aerobiologico provinciale. Questo anticipo della data di inizio in cui si rileva la presenza di polline in atmosfera è connesso con la fenologia della fioritura ed appare ben correlato con le temperature medie invernali, per le quali si registra anche a scala locale un trend di aumento: all’aumento delle temperature corrisponde un anticipo del giorno di inizio della pollinazione.

Qui puoi consultare il bollettino dei pollini

Qui puoi consultare la Relazione relativa al 2017

Qui puoi consultare la Relazione relativa al 2018

Qui puoi consultare la Relazione relativa al 2020

Pubblicato il: 1 Marzo 2019

Ultimo aggiornamento: 2 Marzo 2023

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