La ricerca e il monitoraggio del francolino di monte (Tetrastes bonasia)

Il francolino di monte è un tetraonide forestale dal comportamento elusivo. Sull’Arco Alpino vive dai 700 ai 2000 m s.l.m. nelle aree caratterizzate da boschi misti di conifere e latifoglie, pluristratificati con presenza di radure erbose a ricco sottobosco e buona rinnovazione. L’habitat in parte viene condiviso con il gallo cedrone (Tetrao urogallus), ma a differenza di questo non è comune nei boschi maturi ed estesi su ampie superfici, eccetto per quelle aree influenzate dal disturbo naturale (schianti da vento) o artificiale (utilizzazioni forestali) che permettono la rinnovazione forestale. L’eterogeneità ambientale risulta un fattore importante per la specie.

Secondo i dati raccolti negli anni la specie appare ben distribuita su buona parte dell’Area protetta.

Il Parco da sempre è attento anche al più piccolo dei tetraonidi, comprendendolo nelle misure gestionali previste dal Piano di Parco. Purtroppo gli studi sul francolino di monte sono scarsi nonostante l’elevato interesse conservazionistico che la specie ricopre e per la distribuzione frammentata delle popolazioni alpine rispetto all’intero areale distributivo. Data la scarsità di informazioni sulla specie l’Ente Parco ha avviato uno studio in collaborazione con il MUSE e la Fondazione Edmund Mach. Con lo scopo di approfondire lo stato di conservazione del francolino di monte, a partire dal 2015, il Progetto Francolino si è prefissato diversi obbiettivi: l’analisi genetica dei campioni raccolti, l’indagine sulla composizione della dieta invernale, l’identificazione dei fattori che determinano la selezione dell’habitat invernale a microscala ed infine l’aumento delle conoscenze sullo stato della specie nel Parco.

Il monitoraggio indiretto (campionamento non invasivo) adottato ha permesso la raccolta di numerosi campioni organici e di variabili biotiche ed abiotiche. Le analisi genetiche hanno permesso di approfondire le conoscenze sulla distribuzione e di stimare il numero minimo, la densità, il rapporto tra i sessi e i livelli di variabilità genetica degli individui presenti nell’area. Le analisi sulla dieta hanno rilevato una preferenza per le Betulaceae, Roseaceae, Fagaceae e Oxalidaceae. La popolazione indagata mostra un rapporto sessi bilanciato e buoni livelli di variabilità genetica. Il metodo di cattura-ricattura spaziale ha inoltre permesso di ottenere preziosi dati sulla distribuzione e gli spostamenti degli individui. I dati sulla selezione dell’habitat invernale evidenziano come il francolino di monte prediliga gli stadi pionieri del bosco ed i popolamenti giovani (spessine e perticaie), utilizzati con molta probabilità come rifugio dai predatori e dalle intemperie. Inoltre la specie, entro l’area campione, ha mostrato di evitare le aree caratterizzate da elevate intensità di ungulati, tenendosi a distanza dalla rete stradale, dimostrando come il disturbo antropico influenzi negativamente la specie.

Comprendere meglio le esigenze ecologiche del francolino di monte permette di adottare misure di conservazione più efficaci. (La foto è di Gilberto Volcan)

Pubblicato il: 13 Aprile 2021

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