I Pradi de Tognola

I Pradi di Tognola, erano detti i pascoli di mezza quota, disboscati sistematicamente negli ultimi tre secoli per permettere il pascolo. Qui, a poco più di 1200 metri di altezza, possiamo conoscere da vicino un insediamento fatto di casere (baite) e di tabiadi (fienili). La copertura di questi edifici è quella tipica a scandole, eseguite con legno di abete o di larice, con una tecnica molto antica. Siamo nell’Alto Vanoi, uno dei punti di approdo del Sentiero Etnografico, nome di un progetto ecomuseale che il Parco ha attuato e gestisce in collaborazione con l’Ecomuseo fra le boscose foreste, prevalentemente di abete rosso, di Valzanca e Valsorda, che occupano un’ampia area di 1600 ettari. In queste zone nidifica il gallo cedrone e il fagiano di monte. I temi dell’erba, del legno e della mobilità, accanto all’acqua, alla pietra, alla guerra e al sacro, fanno di questo Sentiero un “viaggio nel tempo e nello spazio”.

I Pradi di Tognola, con i suoi masi, sono uno dei quattro anelli all’interno del percorso del Sentiero che è denominato Anello dei Pradi. Il filo conduttore, in questo caso, è la fienagione e la vita stagionale sui prati. Questo nucleo insediativo è unico nel suo genere. Si può sostare visitando gli allestimenti interni ed esterni. I Pradi di Tognola mostrano un paesaggio, disboscato, dissodato, bonificato, costruito per secoli, dove è ancora possibile osservare a rete dei sentieri, i terrazzamenti, i canali di irrigazione e i muri a secco. Nelle vicinanze dell’insediamento si può osservare anche un piccolo orto di mezza quota. Dai prati si ha una straordinaria veduta della cima del Conte Moro e del gruppo di Cima d’Asta.

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