Cima Bocche e Lusia

La catena del Lagorai e il massiccio di Cima Bocche sono le ultime propaggini di una grande distesa di montagne scolpite nelle vulcaniti della “Piattaforma porfirica atesina”. Uno sguardo al culmine della valle, come ad esempio da Passo Valles permette di avere sott’occhio l’intera massa di porfidi sulla destra del Travignolo, Cima Bocche fino al Lusia.

Il versante della Val Travignolo che sale verso la catena Lusia e Cima Bocche è coperto dalla pecceta. Fra la pecceta si apre il pascolo di Malga Bocche, tipico pascolo dominato da piccoli cespi di foglie filiformi, ma ruvide e tenaci di una graminacea detta nardo, da cui il termine “nardeto” , tipica di un suolo acido. Qui è già possibile trovare molte specie tipiche delle praterie alpine come l’arnica e la genziana. Verso i 1800 metri di quota il bosco si trasforma, diventa più rado e compaiono isolati esemplari di cembro e di larice componendo i famosi “larici-cembreti”. Il sottobosco si può quindi arricchire di arbusti, che a tratti coprono quasi completamente il suolo. Si tratta soprattutto del rododendro e del ginepro nano.

A circa 2250 metri, il cembro è ancora presente, mentre il larice è sporadico: siamo in una sorta di prateria alberata, che si dirada e più in alto lascia il posto a singoli alberi. Il cembro sale fino nella conca del Lago di Bocche, fin verso i 2400 metri. Tipici in questa area sono i laghetti alpini come il due laghetti di Lusia e il laghetto di Bocche. In quest’ultimo è presente il raro Potamogetum praelongus, che occupa la parte bassa del fondale.

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