Il Tasso, un animale schivo dalle abitudini notturne

Sono migliaia le specie animali che vivono nel Parco, tantissime! Eppure la maggior parte è per noi invisibile; semplicemente perché troppo piccole, oppure molto elusive o ancora perché attive solo quando noi dormiamo: di notte. Noi siamo animali diurni, non riusciamo a penetrare le tenebre e da sempre la notte ci inquieta; allora ci rifugiamo in un luogo sicuro, al riparo dai predatori. Pensiamo sia normale così ma in realtà questo è solo uno dei modi di vivere, una delle facce del mondo. Sono tantissimi gli animali che vivono di notte, al sicuro dall’uomo e dai predatori diurni. Il tasso è uno di questi: una specie comune, che spesso vive accanto a noi e che frequenta abitualmente i nostri orti e i nostri  giardini ma che non vediamo mai perché strettamente notturna. La nostra percezione del tasso è quindi per forza di cose limitata, costituita soprattutto dal ritrovamento di orme e piste, di latrine – le caratteristiche buchette in cui i tassi depongono le loro fatte, o – nel fitto del bosco – dal  reperimento degli imbocchi delle tane in cui questo carnivoro si rifugia di giorno. Qualche volta capita di rinvenire lungo le strade qualche esemplare investito. Più recentemente la presenza del tasso viene efficacemente rivelata dall’utilizzo di macchine fotografiche particolari – le fototrappole, in grado di attivarsi al passaggio di un animale a sangue caldo e di scattare foto o filmati, anche notturni.

Accanto a ciò sottolinea ancora Gilberto Volcan: le immagini che  presentiamo sono quindi particolarmente rare e interessanti: ritraggono un tasso in pieno giorno, un “giornambulo” che si è attardato lungo la via, in procinto di raggiungere una tana in cui trascorrere il giorno. Le rare volte in cui lo si vede il riconoscimento è immediato: le grandi dimensioni, le forme tozze, la coda corta, il corpo grigio e la testa bianca con due larghe bande nere che l’attraversano dal naso alle orecchie non lasciano dubbi di sorta.

Nel Parco il tasso è comune, soprattutto a bassa quota, come in Val Canali o lungo la Valle del Cismon e del Vanoi. Poi, mano a mano che si sale, si fa più raro: il freddo e la neve infatti riducono sensibilmente la disponibilità di cibo. Gli invertebrati ed i vegetali di cui si alimenta abitualmente nel Parco – senza disdegnare topi e carcasse – si fanno infatti sempre più rari mano a mano che si sale. Nel Parco non sembra spingersi oltre i 2000 metri di Passo Rolle.

Il tasso è un mustelide, stretto parente di martora, faina, ermellino e donnola. E’ un animale molto sociale che vive in gruppi che possono essere anche molto numerosi e raggiungere la decina di esemplari. In ogni gruppo vi sono più maschi e più femmine che cooperano tra loro. Meno frequentemente vive in coppie o è solitario. Ogni gruppo occupa un territorio che marca e difende attivamente dagli altri e da esemplari in dispersione. Tutta la vita di questo carnivoro ruota attorno alle sue tane: tane riproduttive, molto complesse, con diverse camere e uscite, e tane secondarie, più semplici e utilizzate in modo saltuario. Le  tane sono collegate tra loro da una fitta e complessa rete di sentieri  lungo i quali i tassi si spostano abitualmente anche per raggiungere le aree di foraggiamento e le diverse zone del loro territorio. Durante l’inverno il tasso non cade in letargo ma semplicemente rallenta la sua attività, trascorrendo la maggior parte del tempo in tana ed uscendo di rado. La sopravvivenza durante tale periodo è garantita dalla grande quantità di grasso accumulato nel corso dell’autunno.

I parti hanno luogo in tana, in un’apposita camera rivestita di foglie e rami, tra gennaio e marzo. Nascono 2-4 piccoli che resteranno in tana per 2 mesi circa prima di uscire all’aperto.  All’età di due anni poi alcuni abbandonano il gruppo natale mentre altri entreranno pienamente a farne parte. Oggi il tasso è protetto ma in passato veniva cacciato abitualmente per mangiarlo o imbalsamarlo. Non è comunque mai stato una preda ambita ed il consumo delle carni richiedeva una lunga preparazione comprensiva dalla permanenza della spoglia in acqua corrente o sotto la neve per diversi giorni.

Chi l’ha incontrato sa che ha un gran brutto carattere e che non esita a scagliarsi contro i potenziali predatori per morderli: meglio non avvicinarlo.

Foto di Maurizio Salvadori

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