Un libro racconta i luoghi della Prima guerra mondiale sul Colbricon

All’interno della “ Rete e Storia della Memoria”, promossa dal Comprensorio di Primiero, è stato presentato in questi giorni - a cura della Biblioteca intercomunale di Primiero - il libro dal titolo “Scusate la Calligrafia. Lettere dal fronte”. Quasi 3

Il libro ha vinto un importante Premio ed è stato segnalato dal Museo Storico della Guerra di Rovereto, partner scientifico – insieme al Museo Storico di Trento – del Parco Paneveggio Pale di San Martino per il progetto denominato “Itinerario della Grande Guerra”.

L’epistolario è stato presentato presso la Biblioteca Intercomunale di Primiero, da Ettore Sartori, Direttore del Parco Paneveggio Pale di San Martino, da Mariano Longo, bibliotecario, e da Vittorio Vertuani.

Il Direttore dell’Ente Parco, nel corso della presentazione, ha ricordato come il Parco sia impegnato nella realizzazione di un progetto denominato “Itinerario della Grande guerra”.

Il progetto prevede l’allestimento di un sentiero che colleghi i luoghi dove la guerra ha lasciato i suoi segni e che oggi ricadono all’interno del Parco utilizzando in gran parte sentieri già utilizzati e segnati.

Le finalità principali sono, quindi, la promozione della memoria e la valorizzazione del territorio, in particolare dei siti legati a quell’avvenimento storico e come la natura ha saputo rimarginare le ferite provocate da quel conflitto.

Un museo all’aperto con una serie di itinerari di visita a trincee, camminamenti e postazioni che avrà come baricentro e fulcro principale il Forte Dossaccio, nei pressi di Paneveggio senza tralasciare di descrivere gli aspetti naturalistici e paesaggistici.

Ettore Sartori, parlando del libro, si è soffermato su un aspetto particolare delle lettere: la descrizione della natura, quel voler trasmettere l’unicità dei luoghi dove l’autore è costretto a vivere.

“Ciò che colpisce in questo epistolario familiare per noi che viviamo l’epoca della comunicazione – ha detto nella presentazione – è la quotidianità della posta, quel conforto quasi giornaliero alla famiglia, quel raccontare gli eventi descrivendo i paesaggi, soffermandosi sulla bellezza della natura.

Leggendo le lettere – afferma Sartori – si ha l’impressione che la guerra sia laterale agli eventi, che il soldato italiano ci sia quasi capitato in mezzo. Anche dentro l’insensatezza e la drammaticità della guerra, c’è l’ammirazione per i colori e per la maestosità delle montagne.

Scrive del Colbricon, del cielo che lo sovrasta, quella “bella stella venere”, la stella che vede al suo paese di origine anche la madre.

E poi in una lettera si lascia andare ad una riflessione che oggi possiamo raccogliere “Quando fra qualche anno, pensavo, i turisti verranno a visitare questi luoghi solinghi, chi sa che la curiosità non profanerà la sacra religiosità di questi luoghi”.

Il progetto “Itinerari della Grande guerra” ha il compito di riportare il visitatore su questi luoghi carichi di storia e di straordinaria bellezza in religioso silenzio e meditazione.

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