Forte Dossaccio, fra natura e storia

7.1 km 305 m 274 m 1820 1515

Un itinerario, in parte su una mulattiera militare, alla scoperta di un grande forte costruito sul finire dell'Ottocento, il “Dossaccio”. Un luogo di storia e di grande fascino. Grandioso il panorama sulle cime del Gruppo del Lagorai e sulle Pale di San Martino. Il Forte Dossaccio venne costruito tra il 1890 ed il 1895 in cima al monte omonimo, a 1.838 metri. Ideato per i combattimenti a lunga distanza, questa fortificazione aveva lo scopo di sbarrare un'eventuale invasione italiana attraverso la Val di Travignolo e il vicino Passo di San Pellegrino. Durante la Grande Guerra si trovò molto vicino alla prima linea del fronte ma nonostante questo non ebbe mai un ruolo attivo. Già nel 1915 venne completamente disarmato e trasformato in magazzino. Curiosamente, quando gli obici e le cupole vennero rimossi, furono sostituiti dagli austro-ungarici con dei scudi di calcestruzzo e tronchi d'albero in modo da ingannare il nemico. Progettato assieme al vicino Forte Buso, è formato da un edificio principale in casamatta a forma pentagonale da dove si sviluppa, dall'angolo nord-est, una linea di casematte di circa 200 metri.

L'interno del forte invece era formato da un lungo corridoio che collegava gli alloggi e le zone abitative con i magazzini ed i ricoveri per le munizioni, posti vicino ai 4 obici da 100mm in cupola girevole e ai 4 cannoni da 120mm in casamatta. Accanto alle cupole degli obici, erano stati progettati anche 3 osservatori corazzati. La struttura poteva ospitare, in tempo di guerra, fino a 200 soldati (assieme a 6 ufficiali). Era dotato di collegamento telefonico, di telegrafo ottico con il Forte Buso, di acqua potabile (ricavata da un ghiacciaio vicino le cui acque furono convogliate in una cisterna) e di energia elettrica tramite un gruppo elettrogeno alimentato a benzina.

Negli scorsi anni è stato eseguito, a cura della Provincia autonoma di Trento e del Comune di Predazzo, un importante lavoro di restauro e risanamento del Forte. Il Parco sta eseguendo lavori di sistemazione degli spazi esterni al Forte. L'intervento prevede la realizzazione di piccole opere per la sicurezza del visitatore e la predisposizione di punti informativi e per la sosta eseguiti direttamente dagli Operai del Parco.

Partenza, tempi e dislivelli

Il percorso parte nei pressi del Centro Visitatori di Paneveggio a 1.500 metri. Poco più in basso, a poche centinaia di metri, nei pressi del ponte sulla statale, dove inizia la Val dei Buoi, iniziano le indicazioni per il forte. Si percorre una strada forestale e nell'ultimo tratto una mulattiera militare. Il percorso è completamente tabellato. Dopo un ora si giunge al forte a metri 1.838. Il dislivello è intorno ai 350 metri.

Descrizione del percorso

A Paneveggio il Centro visitatori “Terra Foresta” racconta la maestosa foresta demaniale. Un vasto lembo di bosco che si estende per circa 2700 ettari a ventaglio sull’alto bacino del Travignolo, tra la catena del Lagorai, le Pale di San Martino e le Cime di Bocche, ad una quota compresa tra i 1400 e 2150 metri. Il Centro Visitatori del Parco occupa gli ambienti ristrutturati di una ex segheria alla veneziana. Gli allestimenti parlano, in particolare, dei segreti del suolo e del sottosuolo della grande foresta. Il visitatore ha modo di scoprire così la ricchezza e la biodiversità che si nasconde in quello spazio che normalmente non si osserva ma si calpesta: l’humus e i primi strati del suolo. Lasciata la località di Paneveggio ci si incammina lungo la strada forestale. Dopo circa un chilometro si arriva ad una grande radura le “Carigole”, frequentata da cervi e caprioli. Da qui si continua all'interno di estesi boschi di abeti rossi, alcuni secolari, possono raggiungere i 40 metri di altezza. L'ultimo tratto si percorre su una mulattiera militare. Giunti al forte, si apre uno straordinario panorama sulle cime del Gruppo del Lagorai e sulle Pale di San Martino

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