Stratigrafie di architetture, vegetazione e suoli

Tambaril: l’indagine archeologica di un micro sistema insediativo montano

Il progetto Re.Mo. “Il RElitto MasO. L’edificato, il vivente e il sepolto” si trova a metà del suo programma. L’analisi storica del sito sta lentamente prendendo forma e prosegue di pari passo con l’indagine, mentre alcuni punti del lavoro hanno trovato compiutezza in quest’ultimo anno, attraverso la creazione di una serie di banche dati geografiche di dettaglio.

Durante il 2012 è stata conclusa la parte “vivente” della ricerca: lo studio vegetazionale, geologico e pedologico.

Lo studio geo-pedologico è suddiviso in un’analisi d’insieme del sito di studio, eseguita dal geologo Alessandro Sperandio, che ha permesso di inquadrare il contesto geologico in cui si colloca Tambaril, e in un’analisi di dettaglio delle caratteristiche pedologiche dei suoli (studio geoarcheologico).

Lo studio geoarcheologico è stato compiuto attraverso lo scavo di 74 sondaggi di 50X100 cm con profondità variabile tra i 60 cm e 1 metro. In questi sondaggi sono stati evidenziati e campionati gli orizzonti di suolo, per un totale di 9 distinte tipologie. I singoli orizzonti e rispettivi campioni sono stati indagati attraverso una serie di analisi: analisi distributiva in ambiente 3D, analisi cromatica di Munsell, analisi del pH e, in alcune sezioni particolari, sono state eseguite delle prove geotecniche di dettaglio (Pocket penetrometer test e Tor vane test).

Tutti questi dati hanno premesso di ricostruire dettagliatamente la dimensione geopedologica del sito di indagine, condizione necessaria per comprendere le dinamiche che intercorrono tra soprassuolo e sottosuolo.

Lo studio vegetazionale è suddiviso tra superficie alberata e superficie non alberata. Su 45 stazioni del precedente lavoro di campionatura è stato eseguito da parte del botanico Cesare Lasen, successivamente ad un primo riconoscimento delle facies ambientali (6 facies ambientali), il censimento di tutte le specie presenti su un metro quadro per ognuna delle 45 stazioni (ne risultano 122 differenti specie vegetali). Con questi dati è stata eseguita l’analisi vegetazionale, suddividendola in: analisi della copertura spaziale delle specie individuate, analisi della diversità floristica delle singole stazioni (anche indice di ricchezza o indice di biodiversità vegetale), analisi dei valori di indicazione ambientale secondo Ellenberg e secondo Ellenberg ponderato con gli indici di Van der Maarel, confronto dei dati con le caratteristiche fisiche e geomorfologiche del sito, analisi di dettaglio delle associazioni floristiche.

Per l’analisi della superficie alberata sono stati censiti tutti gli alberi presenti sul sito, georeferendo la loro posizione, raccogliendo informazioni su specie ed età e, in alcuni casi, campionando il singolo elemento per indagarne l’accrescimento anulare. Questi dati (473 elementi arborei) sono stati in seguito confrontati con le ortofotocarte storiche novecentesche per verificare le modifiche di accrescimento e posizionamento degli alberi.

Il confronto di tutti questi dati capillari, che formano una banca dati molto estesa ad una elevatissima scala di dettaglio, ha permesso di co-relazionare le singole emergenze analitiche, suddividendo così l’intero sito di Tambaril dal punto di vista vegetazionale in 9 microambienti in cui più di un valore si relaziona sotto molteplici punti di vista.

L’interpolazione tra i risultati delle analisi pedologiche e vegetazionali ha permesso così di limitare, isolare e meglio comprendere le dinamiche che intercorrono tra singole caratteristiche geomorfologiche, di utilizzo antropico e vegetazionali. Si legge in questo modo l’evoluzione del sito attraverso gli elementi che lo hanno formato e plasmato nel corso del tempo: la terra, la vegetazione, e l’ambiente animale, con il suo più dinamico rappresentante: l’uomo.

La ricerca ora si sta concentrando sullo studio degli edifici, e prevede l’analisi materiale delle strutture in base a metodi propri della disciplina archeologica. Sono stati realizzati i rilievi architettonici dei prospetti interni ed esterni della stalla-fienile e delle casèra. Ci si accinge ora alla schedatura sul campo delle unità stratigrafiche murarie al fine di comprendere le dinamiche edilizie, oltre alle modificazioni strutturali, che hanno interessato gli edifici negli ultimi tre secoli. Saranno analizzati in questa fase anche le travi lignee (stelari) che costituiscono parte dell’elevazione della stalla-fienile, prevedendo l’analisi dendrocronologica di alcuni di essi con lo scopo di ottenere una datazione assoluta degli elementi. Durante l’estate si procederà inoltre alla conclusione dell’ultimo tassello mancante, l’analisi stratigrafica dei depositi archeologici del sito.

L’insieme di questi dati, a lettura ultimata, permetterà, si spera, la formalizzazione di un nuovo approccio, sia scientifico che divulgativo, al “sistema maso”, finalizzato ad una lettura più onnicomprensiva degli elementi che lo compongono e ne costituiscono l’essenza: edifici in muratura, ambiente vegetale, e ambiente umano.

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