Storia e memoria dell’alimentazione in mostra

La mostra è realizzata con la collaborazione della Fondazione Museo storico del Trentino e della Comunità di Primiero; si avvale anche del prezioso contributo della condotta locale di Slow food.

La nuova mostra che il Parco di Paneveggio – Pale di San Martino ha allestito negli spazi di Villa Welsperg riprende gli esiti di una ricerca avviata sul territorio qualche anno fa, dal titolo “Sapori Saperi: storia e memoria dell’alimentazione a Primiero”, promossa nel 2003 dall’allora Comprensorio, dal Caseificio di vallata e dall’Ente Parco, con la collaborazione del Museo storico in Trento.

La filiazione della mostra dalla ricerca va ricordata: le cento e passa interviste realizzate in quegli anni, la ricognizione sistematica degli archivi comunali, la raccolta di decine di documenti e di ricettari manoscritti, il censimento e la schedatura di oltre mille fotografie costituiscono il ricco materiale da cui la mostra prende le mosse. Si può asserire che la mostra si propone come sintesi di quella ricerca, con una ambizione maggiore: fare del territorio di Primiero, così a lungo e minuziosamente indagato, un caso di studio in grado di illustrare le caratteristiche più generali dell’alimentazione di montagna.

La “verticalità territoriale” messa in mostra è dunque quella delle valli del Cismon e del Vanoi, in un arco temporale lungo un secolo e più, dalla seconda metà dell’Ottocento ai giorni nostri, durante il quale si conclude una parabola che porta l’alimentazione a fare a meno del territorio circostante.

La mostra si presenta come un percorso diviso in stazioni e come un racconto articolato in capitoli. Il cuore della mostra sono lo spazio, l’ambiente, i luoghi (dal paese ai pascoli di alta montagna) dove il cibo è prodotto e consumato: in uno dei pannelli della mostra una mappa altimetrica del territorio evidenzia e colloca i principali prodotti.

Oltre allo spazio, il tempo ciclico delle stagioni scandisce la produzione e la trasformazione degli alimenti, che vanno consumati subito o lavorati per durare, per essere conservati. Ma di quando in quando il tempo regolare viene turbato dal tempo storico, che lo accelera o ne annulla l’importanza, come nel caso delle carestie, delle chiusure delle frontiere, delle guerre.

Il terzo capitolo del racconto concerne lo scambio dei prodotti, la loro commercializzazione, il loro consumo interno o la loro vendita.

Lo scambio di saperi rispetto al cibo e alla sua preparazione rappresenta il quarto capitolo della mostra: emerge qui la cucina orale, quella quotidiana, trasmessa di generazione in generazione attraverso il “saper fare”, l’esempio, i gesti, che viene affiancata dalla cucina scritta, formalizzata nelle ricette e nei ricettari.

Il percorso termina ai nostri giorni, quando assistiamo al distacco netto tra territorio e alimentazione e tra consumi e stagionalità.

I capitoli sono interrotti da finestre che si aprono ad approfondimenti tematici sui prodotti di più comune consumo: storie sul mais, le patate, il maiale, il latte ed il miele. Da ultimo, a legare tutto con un filo rosso ricorrono i proverbi locali, che a modo loro ripercorrono i temi della fame, della festa, dei sapori, degli scambi.

La mostra è realizzata con la collaborazione della Fondazione Museo storico del Trentino e della Comunità di Primiero; si avvale anche del prezioso contributo della condotta locale di Slow food.

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