Sattleria sophiae, ora è stata descritta anche la femmina

Dopo quattro anni di ricerca è stata descritta la femmina di Sattleria sophiae (Timossi 2014), della cui specie erano noti, fino ad ora, solo i maschi. L’habitat, è ancora il luogo tipico degli esemplari descritti ed è l’altopiano roccioso della Pale di San Martino a un’altitudine di 2.500 metri, all’interno dell’area protetta del Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino.

All’interno della ricerca sui lepidotteri eteroceri (falene e lepidotteri notturni) nell’area protetta del Parco, curata dal ricercatore Giovanni Timossi, Sattleria sophiae è il nome ufficiale della specie che fu scoperta sull’Altopiano delle Pale di San Martino e descritta nel 2014.

Una delle particolarità di Sattleria sophiae è di volare solamente al crepuscolo e all’alba. Di questa nuova specie erano noti solo i maschi, mentre le femmine non erano ancora state rinvenute, in quanto con ali ridotte che non consentono il volo e insensibili alla radiazione ultravioletta, che si usa in questo genere di ricerca per attirare gli animali durante le ore notturne. Infatti, nei Lepidotteri la riduzione delle ali è un fenomeno poco frequente e riguarda quasi soltanto le femmine di specie viventi in zone a clima freddo o di specie invernali dei paesi a clima temperato, come pure di specie delle regioni steppiche o subdesertiche. Questa scoperta è un ulteriore significativo tassello della ricerca che evidenzia l’importanza degli ecosistemi alpini nell’ambito della conservazione della biodiversità. Gli studi scientifici futuri intendono rispondere ai molti quesiti sulla biologia di queste straordinarie farfalle adattatesi alla vita in condizioni molto estreme.

La descrizione della femmina di Sattleria sophiae, curata da Giovanni Timossi ed Enrico Ruzzier, è stata recentemente pubblicata su ZOOTAXA, pubblicazione scientifica a revisione paritaria per tassonomisti di animali. (Foto di Marco Uliana MSNVe)

Qui è possibile consultare l’articolo su ZOOTAXA

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