Il fringuello alpino (Montifringilla nivalis) e i cambiamenti climatici nel Parco

Per studiare le minacce all’avifauna alpina, derivanti da cambiamenti ambientali sia di origine climatica che del diverso uso del suolo, vengono raccolti dati tramite campionamenti mirati di specie target. Il fringuello alpino è uno specialista dell’alta quota: nidifica quasi esclusivamente al di sopra dei 2000 m s.l.m., vive per tutto l’anno in questi ambienti ed è considerato per questo particolarmente sensibile ai cambiamenti climatici.

Ad oggi le conoscenze riguardanti l’ecologia e la biologia della specie sono piuttosto carenti. Per i motivi sopra citati è nato il progetto Nivalis: una collaborazione tra Parco, MUSE, Parco Nazionale dello Stelvio, Centro Italiano Studi Ornitologici, Società degli Alpinisti Tridentini, Università degli studi di Pavia e Milano. Il progetto, che rientra tra quelli a più ampio respiro dell’European Snowfinch Group, ha l’obbiettivo di studiare gli effetti dei cambiamenti climatici a scala alpina su questa specie.

Il fringuello alpino si riproduce tra maggio e giugno ed i nidi vengono costruiti in contesti sia naturali (buchi, fessure e crepe su pareti rocciose) sia antropici (cavità artificiali nei rifugi alpini, tralicci degli impianti di risalita, ecc.), entrambi difficilmente raggiungibili dai predatori. Nell’ambito del progetto sono state installate 26 cassette nido per fringuelli alpini in prossimità di vecchi siti di nidificazione identificati negli anni precedenti entro il Parco. Lo studio ha rappresentato un’ottima opportunità per capire meglio come le specie legate agli ambienti freddi stiano rispondendo all’aumento delle temperature.

Dallo studio è emerso come nel Parco i fringuelli alpini nidifichino quasi solo su pareti rocciose verticali, alte e quindi inaccessibili; non ci sono stati tentativi di nidificazione su cassette nido se non da parte di altre specie come il codirosso spazzacamino. Inoltre è stato affrontato uno studio sulla selezione dell’habitat, durante il periodo riproduttivo, da parte degli adulti per la ricerca del cibo da portare ai nidiacei. I risultati hanno evidenziato che i fringuelli alpini prediligono siti di foraggiamento freddi, caratterizzati dalla presenza di chiazze di neve ed erba bassa, ma anche roccia e suolo nudo. Più nello specifico la selezione dell’habitat a scala fine è influenzata dalla composizione del paesaggio: la specie preferisce i pascoli con presenza di macchie di neve e le zone di contatto tra la neve e l’erba, dove gli adulti possono reperire una buona densità di invertebrati. Inoltre è stato evidenziato che la selezione delle chiazze di neve aumenta al diminuire della copertura erbosa. Dallo studio è emerso che l’impatto dei cambiamenti ambientali influisce in modo diverso su habitat e popolazioni differenti.

Il progetto NIVALIS ha fornito importanti informazioni su questa specie, utili a programmare idonee misure di conservazione. (Le foto sono di Alessandro Forti)

Pubblicato il: 13 Aprile 2021

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