Laghetto Welsperg monitorato dall’APPA

Un ulteriore tassello della riqualificazione ambientale

Nel 2010 il laghetto Welsperg, in Val Canali, era stato interessato da una serie di interventi di riqualificazione ambientale: lo scopo prioritario del progetto di riqualificazione era quello di ricreare un habitat adatto alla vita degli anfibi, dei pesci autoctoni e del gambero d’acqua dolce, attraverso la sistemazione naturalistica delle sponde, la creazione di aree vegetate galleggianti e semisommerse e la costituzione di zone rifugio.

Il laghetto Welsperg è collocato alla quota di circa 1020 msl., la superficie è di circa 5000 mq e la sua profondità massima si aggira attorno ai 3 metri. Si trova nella parte terminale dei Prati Welsperg dove la diminuzione di pendenza, favorisce il ristagno idrico, originando un’area paludosa.

Tutte le operazioni di riqualificazione sono state precedute dalla stabilizzazione del livello di acqua nell’invaso, alimentando il lago con una quantità d’acqua sufficiente a mantenerne costante il livello. Il lago è alimentato, infatti, dalle risorgive degli adiacenti Prati Welsperg.

Il monitoraggio, eseguito dall’Agenzia Provinciale Protezione Ambiente Settore Informazione e Monitoraggi nel corso del 2012, si inserisce nel contesto della riqualificazione e punta a valutare, a livello conoscitivo, l’attuale condizione limnologica del laghetto Welsperg (scopo della limnologia in senso stretto è lo studio delle caratteristiche chimiche, fisiche e biologiche delle acque ferme, i cosiddetti “ambienti lentici”: laghi, paludi, stagni).

 

Sono stati effettuati due campionamenti, uno nel mese di giugno e uno all’inizio del mese di ottobre dello scorso anno. In entrambi i campionamenti sono stati raccolti campioni d’acqua per le analisi chimiche e biologiche ed è stata anche effettuata la raccolta di un campione per la caratterizzazione del benthos litorale (la categoria ecologica che comprende gli organismi acquatici).

Lo studio ha interessato le principali componenti della diversità ecosistemica dell’ambiente lacustre nonché i principali parametri necessari per caratterizzare il chimismo del lago.

Dunque analisi biologiche e chimiche.

Fra le prime il Fitoplancton: analisi qualitativa e quantitativa della comunità con identificazione delle specie presenti e stima della densità e del biovolume, lo Zooplancton: analisi della comunità con identificazione delle specie presenti e il Benthos litorale: analisi della comunità con identificazione dei taxa presenti (raggruppamento di organismi reali) e per quanto riguarda le analisi chimiche sono stati misurati e determinati i diversi parametri.

Per quanto riguarda i risultati il primo campionamento è stato effettuato il 20 giugno 2012 in un periodo di piena fioritura delle macrofite acquatiche (alghe macroscopiche radicate o liberamente natanti nel laghetto).

In particolare nelle giornate immediatamente precedenti al campionamento si erano cominciati ad avvistare dei “cuscinetti” di vegetazione liberamente galleggianti nello specchio d’acqua che potevano far pensare ad una fioritura o comunque ad un qualche fenomeno di inquinamento.

Il prelievo di alcuni frammenti di questi cuscinetti e l’osservazione in campo ha comunque fugato ogni dubbio circa la natura degli stessi: si è trattato semplicemente del naturale “distacco” dal fondo delle macrofite arrivate al termine del periodo vegetativo, sradicate probabilmente anche a causa di alcuni forti fenomeni metereologici che si sono verificati nei giorni immediatamente precedenti (piogge e temporali con vento forte).

Questo ha determinato la presenza in superficie di grossi ammassi di macrofite sradicate e di alghe verdi filamentose tipo Mougeotia e Zygnema che sono stati accumulati dal vento soprattutto sotto sponda, dando luogo ad un effetto visivo per alcuni poco piacevole, ma contemporaneamente costituendo un fenomeno del tutto naturale e innocuo.

La presenza di macrofite che ricoprono l’intero fondale del laghetto è risultata evidente in entrambi i campionamenti, ma soprattutto in quello di giugno, dove la copertura delle piante radicate costituiva il 100% del fondo del lago; l’analisi effettuata su alcuni campioni di macrofite sia in campo che in laboratorio ha permesso di identificarle come organismi appartenenti al genere Chara.

Le Characee sono piante acquatiche fissate al substrato mediante rizoidi; vivono in vari tipi di acque dolci, ma sono particolarmente abbondanti in acque dure, carbonatiche. Nei laghi con acque limpide possono ricoprire il fondo con formazioni miste ad altre piante acquatiche, o, più frequentemente, pure, mono o pluri specifiche. Le Characee sono pertanto un gruppo di macrofite caratteristico in piccoli ambienti lacustri montani come il laghetto Welsperg e prediligono generalmente substrati calcarei e acque molto povere in nutrienti.

Nel campionamento di ottobre la copertura delle Characee era un po’ meno estesa, anche se interessava ancora una buona percentuale del fondo del lago.

Dalle analisi emerge, dunque, la buona salute di questo specchio lacustre, luogo simbolo della Val Canali.

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