Il campo custode

Cenni storici.

La presenza di orti e campi in Val Canali è documentata fin dal 1565, quando, come descrive dettagliatamente il Capitano Giacomo di Castelrotto nell’Urbario che porta il suo nome, i prati venivano coltivati a segale, ad orzo e a frumento oltre a dare il foraggio necessario a nutrire 40 capi di bestiame. Successivamente hanno trovato posto altre varietà, anche quelle tessili come il lino e la canapa. Oggi, negli appezzamenti legati ai masi, i cereali sono stati soppiantati da ortaggi che maggiormente rispecchiano le esigenze famigliari e che non abbisognano di particolari cure colturali. Nel giardino della Villa trovano posto, da diversi anni, due piccoli orti, uno rappresentativo del classico orto di montagna e l’altro officinale.

Finalità e modalità.

Valorizzare le specificità locali riproponendo colture e pratiche agricole tradizionali in un campo che non sia solo custode ma anche didattico e che si proponga come centro propulsore per una più vasta rete di coltivatori custodi. Le condizioni climatiche non certo ottimali, sono però tali da inibire (generalmente), la presenza di afidi, portatori delle virosi che normalmente causano la degenerazione delle varietà. Per tale motivo il campo non avrà come fine la produzione di vegetali quanto la produzione e conservazione (eventualmente anche la selezione), di sementi Open source, cioè quelle varietà ad impollinazione naturale che si possono riprodurre di anno in anno, da una generazione all’altra e che possono essere conservati e riseminati.

I semi

I semi sono il primo anello della catena alimentare, sono al tempo stesso mezzo di produzione e prodotto. Attualmente, delle 80.000 mila piante commestibili se ne coltivano 150, di queste, solamente 8 sono commercializzate in tutto il mondo.

Dal 1900 ad oggi si è perso il 75% della biodiversità coltivata, insieme ai piccoli coltivatori e alle culture alimentari locali. Distruggendo la diversità stessa si distrugge anche l’unica strategia efficace e comprovata che gli essere viventi hanno per adattarsi ai cambiamenti improvvisi. Il libero scambio dei semi, di idee e di saperi tra coltivatori è sempre stato alla base della conservazione della biodiversità e della sicurezza alimentare.

Per saperne di più

  • MANIFESTO SUL FUTURO DEI SEMI
    Commissione Internazionale per il Futuro dell’Alimentazione e dell’Agricoltura – Edito a cura di ARSIA e Regione Toscana – 2006
  • SEMENTI E DIRITTI Grammatiche di libertà
    Stefano Masini e Cinzia Scaffidi – Slow Food Editore – 2008
  • L’URBARIO di GIACOMO CASTELROTTO
    Trascrizione a cura di Ugo Pistoia – Edito dalla Biblioteca Intercomunale di Primiero – 1996
  • www.grain.org [en-fr-es]
  • www.saveourseeds.org [en-de]

Pubblicato il: 31 Marzo 2019

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