Innesti di biodiversità

Studio sulle pere antiche dell’alta Valle del Mis

È il nome di un progetto diretto alla salvaguardia delle antiche piante da frutto, della loro diversità biologica e dell’ambiente nell’alta Valle del Mis. Il progetto è promosso dal Parco “Paneveggio Pale di San Martino” in collaborazione con l’Associazione “Laboratorio Sagrόn Mis”.

Fino agli anni ’50, l’8 di settembre, in occasione della Sagra di Sagrón (la Sagra delle Pere), arrivavano dalle confinanti frazioni di Gosaldo improvvisati venditori per mettere sulla piazza la frutta che cresceva abbondante sui quei versanti solatii. Soprattutto Pere, in molteplici colori, forme, sapori.

Pér Bótiri, Pér Mathùch, Teste de regùth, Pér de la regina ed altre varietà ancora componevano una diversità cromatica, morfologica ed organolettica che sta ora sfuggendo per l’abbandono delle tradizionali pratiche colturali e per la trasformazione del territorio e del paesaggio. Questi frutti rivestono quindi una rilevanza anche dal lato storico ed antropologico ed è urgente intraprendere iniziative per la loro salvaguardia.

Nel corso del triennio 2009-2011 è stata condotta un’indagine conoscitiva per comprendere consistenza numerica e qualitativa delle piante di pero nell’area di distribuzione, e con il supporto tecnico dell'”Istituto agrario Della Lucia” di Feltre è in corso un progetto triennale di catalogazione delle antiche varietà. Sono state descritte le gemme, i fiori, le foglie ed analizzati la forma, il colore ed il sapore di alcune di esse; si è passati quindi alla loro moltiplicazione e conservazione.

La nuova diffusione sul territorio delle antiche varietà recuperate sarà l’auspicata evoluzione delle azioni in corso, incentivate anche da un partecipato corso di portatura ed innesto da poco concluso e promosso dall’Ente Parco, dall’Ecomuseo del Vanoi, dal Comune di Siror, dall’associazione Laboratorio Sagron Mis e dalla Condotta Slow Food Primiero e Feltrino. Le diverse varietà di pere antiche verranno inoltre probabilmente raccolte in un arboreto custode all’ingresso della Val Canali, come simbolo di biodiversità coltivata.

Potrebbero interessarti anche queste notizie:

Condividi questa pagina