Il Parco e AKU Trekking & outdoor footwear

Il Parco Paneveggio Pale di San Martino e AKU trekking & outdoor footwear, insieme per l'ambiente

Nella cornice di Villa Welsperg, in Val Canali, la presentazione del contratto di sponsorizzazione, fra il Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino e l’Azienda AKU trekking & outdoor footwear Italia, ha dato avvio ad una stagione di collaborazione che guarda all’ambiente.

AKU produce, da oltre trent’anni, calzature per l’escursionismo e l’outdoor in genere, e quindi, l’immagine di tali prodotti è strettamente legata all’ambiente naturale e a quello della montagna che è la dimensione nella quale da sempre ritrova la propria principale fonte d’ispirazione e d’impegno responsabile.

Attualmente questa azienda collabora attivamente con gruppi e associazioni impegnate nella diffusione e salvaguardia del rapporto fra l’uomo e l’ambiente naturale, oltre che nella promozione dell’attività escursionistica come mezzo per stimolare la socialità e la conoscenza dei luoghi.

AKU è un’impresa industriale italiana di origine artigianale, fondata da Galliano Bordin che affonda le proprie origini nell’antica e prestigiosa tradizione manifatturiera italiana.

Un’azienda che ha tante “belle storie” da raccontare: infatti, sul versante produttivo, è impegnata nella ricerca di soluzioni progettuali dirette a limitare l’impatto ambientale della propria organizzazione industriale ed a fornire la massima trasparenza sull’origine del prodotto, particolari poi le tecniche legate alla manifattura, l’utilizzo di prodotti locali a chilometri zero, pelle senza cromo e senza metalli pesanti e basso indice di potenziale inquinamento.

Oggetto della collaborazione – spiegano la Vice Presidente del Parco Chiara Bosin e il Direttore, Vittorio Ducoli è uno dei più frequentati e conosciuti sentieri del Parco: quello che da malga Rolle porta ai laghetti di Colbricon, il cosiddetto “Sentiero dei Laghi di Colbricon”. L’azienda AKU si è dichiarata disponibile ad “adottare” questo sentiero, attraverso la sottoscrizione di un contratto di sponsorizzazione diretto al sostentamento delle spese per la sua manutenzione e attrezzatura, ma anche alla fornitura di calzature al personale addetto alle Attività al Pubblico, a fronte di un utilizzo a fini commerciali di tale collaborazione. Il Parco, da parte sua, si impegna a veicolare il logo, il marchio e il nome dello Sponsor per un periodo minimo di cinque anni nelle bacheche posizionate dal Parco all’inizio del sentiero e presso i laghetti, quale azienda che contribuisce alla manutenzione, secondo la formula ‘Adotta un sentiero'”.

L’itinerario attraversa scenari naturali tra i più straordinari dell’area protetta. Passo Rolle, punto di partenza dell’itinerario, è una zona molto interessante anche da un punto di vista geologico, è infatti luogo dove si contrappongono in modo più spettacolare due tipi di rocce molto diverse tra loro, ossia i porfidi quarziferi della catena del Lagorai, formazioni magmatiche facilmente riconoscibili per la colorazione che varia tra il rosso, il rosso-bruno e il verde, e le candide e svettanti cime dolomitiche delle Pale di S. Martino, di origine sedimentaria.

Si possono, così, ammirare ampie porzioni delle Pale di San Martino e del Lagorai Orientale ricadenti all’interno della Rete europea delle aree protette “Natura 2000”.

Lungo l’itinerario, oltre alla vegetazione ricca di piante arboree secolari come larici e pini cembri, si possano osservare vari esemplari di fauna alpina, come camosci, marmotte, aquile.

I Laghi di Colbricon, di origine glaciale, sorgono rispettivamente a metri 1909 il più piccolo e a metri 1922 il meridionale, immersi in un bel paesaggio di cespuglieti nani, rododendri e ginepri. Di fronte è possibile osservare la cima del Colbricon. L’area fu teatro di guerra tra italiani e austriaci tra il 1915 e il 1918.

I Laghi di Colbricon costituiscono una zona interessante sia dal punto di vista naturalistico che archeologico. vennero trovati importanti reperti risalenti al Mesolitico che segnalavano un insediamento di cacciatori che lavoravano la selce per produrre oggetti vari per la caccia e l’uso quotidiano.

Anche con questa collaborazione, si evidenzia la capacità del Parco, in un contesto di restrizione della finanza pubblica, di recuperare risorse finanziarie all’esterno e di interagire, in questo caso anche con realtà produttive private, individuando e concretizzando progetti e azioni.

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