I nuovi tetti a scandole ai “Pradi di Tognòla”

Le nuove coperture a scandole ai Pradi de Tognòla sono state realizzate nei mesi di settembre e ottobre

Ecco come appaiono le nuove coperture a scàndole dei tetti di alcuni edifici ai Pradi de Tognòla all’interno del Sentiero Etnografico del Vanoi.

Sono stati realizzati nei mesi di settembre e ottobre dal personale del Parco, specializzato nella costruzione di tetti a scàndole, utilizzando le antiche tecniche imparate da alcuni “tesori viventi”.

Il termine scàndola proviene dal latino: scandolae-arum, con il significato di assicelle per coprire i tetti.

In Italia, i tetti coperti da scàndole lignee sono ormai piuttosto rari, se non del tutto assenti. Ne sopravvivono validi esempi in Alto Adige, in alcune zone del Trentino e del Veneto.

Quella delle scàndole in legno è una tecnica molto antica, impiegata anche in tetti con notevole pendenza.

Le scàndole sono realizzate con un legno molto resistente, ad esempio il larice che ne garantisce la durata nel tempo. Sono di varie dimensioni, come ad esempio le scàndole alpine lunghe 60/70 cm, larghe 20 cm e spesse 2,5 cm., sono inoltre lavorate a spacco in modo tale da favorire il naturale scorrimento dell’acqua lungo le venature del legno. La posa in opera avviene di norma su tre strati, alternati e sovrapposti.

Le casère e i tabiàdii presso i “Pradi di Tognola”, un tempo votati alla produzione del fieno ed all’allevamento del bestiame, rappresentano ancora oggi un nucleo insediativo di grande pregio.

Sono all’interno del Sentiero Etnografico del Vanoi, un museo a cielo aperto sull’econimia di sussistenza, che si snoda salendo dal paese di Caoria verso le boscose valli della Valzanca e della Valsorda.

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