Erpetofauna nel Parco: la ricerca

Lo stato di conservazione dell'erpetofauna nel Parco e nelle aree limitrofe appare conforme al contesto territoriale alpino.

L’erpetologia è la scienza che studia rettili e anfibi: importanti bioindicatori dello stato di salubrità di un ambiente e di fondamentale importanza per la conservazione della biodiversità.

Il Parco ha sempre mostrato una forte attenzione a questo ambito: infatti, già a metà degli anni novanta, era stata affidata alla Cooperativa Albatros di Trento la realizzazione di una ricerca per individuare le specie presenti, la loro distribuzione e, limitatamente agli anfibi, anche l’identificazione dei principali siti riproduttivi.

Tre anni fa, è stata avviata con la dottoressa Anna Rita Di Cerbo la ripetizione di questa attività, includendo anche il Gambero di fiume presente nel laghetto Welsperg e nei dintorni, che attesta l’elevato valore ambientale di questo specchio lacustre, oltre a rappresentare un notevole valore sul piano della conservazione.

La prima parte di questa indagine si è svolta in collaborazione con la Comunità di Primiero e la Fondazione Museo Civico di Rovereto, nell’ambito del progetto Terre d’Acqua, nel contesto del programma europeo DynAlp-Nature volto a promuove idee innovative e trasferibili sul piano della conoscenza allo scopo di interconnettere le aree naturali per conservare e migliorare la biodiversità.

Nel corso dello monitoraggio sono state confermate le specie di anfibi già registrate nei primi anni novanta e consistenti nella salamandra alpina, nella salamandra pezzata, nel tritone alpestre, nel rospo comune e nella rana di montagna. Anche tra i rettili sono state accertate le stesse specie: il ramarro occidentale, la lucertola muraiola, la lucertola vivipara, l’orbettino, il colubro liscio, la natrice dal collare, la vipera comune e il marasso.

Le indagini effettuate hanno portato inoltre ad integrare la precedente check list erpetologica con una nuova specie. Si tratta della natrice tessellata, certamente presente all’inizio del secolo scorso, non riconfermata nelle indagini dei primi anni ’90 e rilevata nuovamente nel corso del presente progetto.

La ricerca finale ha ridelineato la distribuzione del gambero di fiume rispetto a quanto noto in passato per l’area di studio.

Riguardo alle ricerche precedenti non solo sono stati riconfermati i dati storici, ma è stato arricchito il quadro distributivo di diverse specie di anfibi e rettili con nuove località di presenza.

Per gli anfibi un esempio è la Salamandra alpina per la quale si è registrato un incremento piuttosto significativo dei siti di presenza.

Per i rettili, la lucertola muraiola risulta più uniformemente diffusa rispetto ai dati precedenti, seppur si conferma limitata al solo settore meridionale dell’area di studio.

Per quanto riguarda il gambero di fiume, lo studio potrà essere propedeutico alla pianificazione di un “piano di conservazione” che preveda interventi diretti di riqualificazione e restauro degli habitat e per interventi di reintroduzione in siti dove la specie era storicamente presente.

Dall’ampia ricerca emerge che in linea generale, lo stato di conservazione dell’erpetofauna nel Parco e nelle aree limitrofe appare conforme al contesto territoriale alpino.

Le immagini pubblicate su questa pagina sono tratte da “Indagini faunistiche nel Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino – Rilevamenti anno 2015” curata da Dr. Anna Rita Di Cerbo.

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