La ricerca sui laghetti di Colbricon e Cavallazza: il video delle immersioni

I laghetti di Cobricon e Cavallazza sono stati oggetto di studio e monitoraggio dal 1998 al 2017: sono state analizzate la geomorfologia del bacino lacustre, la chimica delle acque, i batteri, le microalghe, lo zooplancton, gli invertebrati e vertebrati.

Attraverso l’indagine su una sequenza di sedimenti raccolti nel fondale del Lago Colbricon Inferiore è stata ricostruita la storia della vegetazione degli ultimi 13.000 anni, dalla fine del Pleistocene a tutto l’Olocene.

Sono stati individuati gli effetti dei principali cambiamenti climatici e dell’attività umana sull’ecosistema lacustre e sulla vegetazione circostante.

La ricerca è contenuta in un volume della Collana editoriale del Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino “Uno studio integrato dei Laghi di Colbricon e Cavallazza”. L’autrice è Renata Trevisan, docente di Botanica del Corso di Laurea in Scienze Naturali presso l’Università di Padova che si occupa in particolare dello studio degli ecosistemi lacustri allo scopo di indagare sia gli organismi presenti, che la fitta rete che lega i vari parametri biotici e abiotici.

La ricerca è stata accompagnata da una serie d’immersioni scientifiche in alta quota, utilizzando moderne tecnologie, curate da Antonio Rosso, geologo e Ispettore onorario MIBAC per la tutela delle acque di Vicenza, da Francesco Meneghello, Presidente del Gruppo subacqueo “Dimensione Blu” di Cavazzale (VI) e dal Nucleo Speciale del Gruppo Protezione Civile ANMI, Regione Veneto. Nelle due campagne subacquee del 1999 e del 2018 hanno partecipato: Alessandro Bigozzi (Sub Donaggio Venezia Mestre), Guido Gasparini, Alessandro Susannetti, Arianna Silvestri (Centro Sub Venezia), Walter Cornolò, Andrea Giacomello, Simone Bigarella, Luca La Spina, Francesco Meneghello, Mariano Dal Lago (Dimensione Blu) e Nicolò Cristina (ANMI) con il cane da salvataggio Black.

Nel video sono ricostruite e spiegate le attività di ricerca condotte attraverso le immersioni.

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