Coleotteri Carabidi, indicatori climatici

Una ricerca del Parco in collaborazione con l’Università della Calabria Dipartimento di Ecologia

Il Parco è da tempo impegnato a raccogliere informazioni scientifiche sui Coleotteri Carabidi.

I Carabidi sono una famiglia di coleotteri, diffusa in tutto il mondo con oltre 40.000 specie e di queste 1300 sono distribuite in Italia.

In particolare l’attenzione del Parco è rivolta all’approfondimento delle conoscenze sulla distribuzione delle varie specie di Carabidi che vivono negli ecosistemi naturali d’alta quota, in quanto questi invertebrati possono fungere da importanti indicatori dei cambiamenti climatici.

L’area dell’Altipiano delle Pale di San Martino risulta essere una stazione estremamente interessante per lo studio di queste interazioni.

E proprio per questo, nel Programma annuale di gestione di quest’anno dell’Ente Parco, è prevista la realizzazione di uno specifico studio.

Quasi trent’anni fa, l’area del Passo Rolle, della Val Venegia e delle Pale di San Martino è stata oggetto di una campagna di ricerca su questa famiglia di insetti, condotta dal professor Pietro Brandmayr.

La ricerca fu condotta con metodologie codificate e, quindi, ripetibili e confrontabili con facilità.

Il progetto di studio del Parco prevede ora di effettuare campionamenti quantitativi per attuare la ripetizione di una campagna di ricerca analoga a quella condotta nello stesso territorio. In questo modo sarà possibile realizzare un confronto su lunga scala temporale tra dati quantitativi di comunità di coleotteri Carabidi, opportunità quasi unica in Italia, ma anche nel territorio europeo.

I dati che saranno così raccolti avranno un valore di notevole interesse per la documentazione degli effetti dei cambiamenti climatici sulla fauna del suolo, considerato che poche sono attualmente le misure attendibili della velocità di cambiamento di comunità animali, specialmente nei più vulnerabili ecosistemi di alta quota, cioè foreste e praterie al loro limite altitudinale.

Stante, dunque, questa opportunità il Parco ha affidato l’indagine all’Università degli Studi della Calabria, Dipartimento di Ecologia, che in questo settore di ricerca è ritenuta all’avanguardia.

Potrebbero interessarti anche queste notizie:

Condividi questa pagina