Dentro Villa Welsperg per scoprire cosa c’è fuori

Nel Centro Visitatori, un viaggio attraverso i territori del Parco

Villa Welsperg, un viaggio nella natura

Il filo conduttore degli allestimenti è la biodiversità, da scoprire attraverso un “cammino ideale negli ambienti del Parco”, un viaggio nelle diverse realtà geografiche del Parco e gli ambienti che le caratterizzano, un percorso di scoperta e di riflessione attraverso le vallate in cui si articola questa grande area protetta, alla scoperta della ricca biodiversità che ospitano, dei loro ambienti e dei loro paesaggi. Nelle sale dell’esposizione vengono illustrate in particolare la Val Canali, l’Altopiano delle Pale, Paneveggio, il Lagorai e il Vanoi.

Il target principale del percorso è la famiglia: per questo l’esposizione è composta da un percorso dedicato ai ragazzi tra i 7 e gli 11 anni e da un percorso destinato agli adulti, che si intersecano continuamente. Avvalendosi di allestimenti evocativi e simbolici i visitatori potranno soddisfare il desiderio di conoscere il territorio del Parco.

Spostandosi da una sala all’altra il visitatore si muoverà idealmente da una zona all’altra del territorio, approfondendo i concetti chiave e i criteri di lettura dei diversi ambienti.

L’esposizione si pone in particolare come invito a scoprire gli ambienti e gli allestimenti che si trovano nei dintorni dell’edificio, il giardino della Villa, il percorso delle Muse Fedaie, l’intera Val Canali, Valle Biodiversa in cui il rapporto tra uomo e natura conserva elementi ancestrali.

I materiali con cui sono realizzati gli allestimenti, in coerenza con i messaggi che intendono trasmettere, sono in gran parte naturali, riciclabili o riciclati. I testi sono in in italiano e in inglese e non manca un’attenzione particolare al tema dell’accessibilità e della fruibilità da parte dei soggetti diversamente abili.

Il Tabià e il “barch”

Adiacente alla Villa, l’antico Tabià è un esempio tipico dell’architettura rurale di queste terre. Il piano terra dell’edificio conserva il pavimento originale in “salesà” su terra battuta, tipico delle vecchie stalle.

Accostato al Tabià troviamo il “barch” tipica costruzione d’assi un tempo usate nel fondovalle come riparo per il fieno): in pratica una tettoia da utilizzare per le attività all’aperto in caso di pioggia. Si tratta di una struttura aperta, leggera, il cui manto di copertura prevede la realizzazione di un giardino pensile con specie vegetali autoctone tipiche delle montagne calcaree.

È uno dei progetti finanziati al Parco dalla Provincia Autonoma di Trento a valere sul fondo F.E.S.R., il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale. L’intervento ammonta complessivamente a 760.000 euro.

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