Azioni per la conservazione del gambero di fiume a Primiero

Il Parco ha realizzato uno studio di approfondimento per conoscere la diffusione del gambero di fiume (A. pallipes s.l.) nell’area protetta e nei territori limitrofi e attuare azioni di conservazione specifiche.

Già a partire dal triennio 2015-2017 era stata svolta un’indagine faunistica nella Valle di Primiero al fine di aggiornare il quadro distributivo di questa specie. A seguito di queste indagini, il Parco ha valutato l’opportunità di avviare azioni concrete di conservazione sul gambero di fiume mirate a sostenere la sua sopravvivenza e favorire il potenziamento delle sue popolazioni nell’area di Primiero. Per delineare le tipologie di intervento più appropriate e valutarne le opportunità di realizzazione, incluse eventuali azioni localizzate di traslocazione e reintroduzione, l’Ente Parco ha realizzato nel 2021 un apposito studio di fattibilità.

Il percorso di valutazione ha previsto una definizione dello status del gambero di fiume a Primiero e una verifica dell’opportunità di traslocazioni di soggetti in siti idonei, considerando il Parco come punto strategico di riferimento dell’attività. Nel corso dello studio sono stati realizzati monitoraggi volti alla verifica della presenza e della consistenza del gambero ed è stata approfondita la caratterizzazione ambientale e l’identificazione dei fattori di rischio. Lo studio ha riguardato anche l’analisi dei dati e dei fattori di rischio sulle popolazioni rilevate e la valutazione sull’idoneità ed eventuali criticità (pressioni/minacce) dei siti potenzialmente oggetto di reintroduzione/restocking.

Dalle verifiche realizzate nel corso del 2021 è emerso che sono pochissimi i nuclei di gambero presenti nel Primiero, con la popolazione più numerosa presente nel Laghetto Welsperg. Tenuto conto delle risultanze dello studio di fattibilità, l’Ente parco è intenzionato ora a procedere con l’attuazione della prima fase del progetto, che consiste nella realizzazione di una serie di interventi di conservazione attiva volti a migliorare e incrementare gli habitat e la popolazione di questo crostaceo in Val Canali.

Qui è possibile consultare lo studio

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